Stampa al collodio
Il collodio è un colloide usato in fotografia come legante dei sali d’argento. Fu dapprima usato per far aderire i sali sensibili alle lastre di vetro impiegate come negativi. L’uso combinato di vetro e collodio permise di ridurre sensibilmente i tempi di posa, caratteristica che determinò l’enorme successo del procedimento. Lo svantaggio era rappresentato dalla difficoltà tecnica: queste lastre dovevano essere preparate sul momento e la lavorazione (stesa del collodio sul vetro, sensibilizzazione, esposizione e sviluppo) doveva esaurirsi in 10 minuti circa, poiché in tale lasso di tempo il collodio seccava divenendo impermeabile ai bagni di sviluppo e fissaggio.
In seguito se ne diffuse l’uso, alternativo all’albumina e alla gelatina, come legante nelle stampe positive. Le fotografie così ottenute presentano caratteri estetici molto simili alle stampe alla gelatina ma, a differenza di queste, non rischiano generalmente fenomeni di ossidazione come lo specchio d’argento.
Un trucco per distinguerle in assenza di ossidazione consiste nell’osservazione ad un microscopio 30x. La gelatina presenterà una caratteristica brillantezza assente nel collodio.